IL PALCOSCENICO PER IMPARARE
IL PALCOSCENICO PER IMPARARE
Gli studenti del “Severi” in scena al Teatro Antares di Ceccano
Una volta si chiamavano (con spirito minimalista) “recite scolastiche”, poi qualcuno ha optato per l’espressione neutra “saggi conclusivi”, e infine, anche per il pubblico dei non addetti ai lavori, le performances degli studenti che per un anno intero si sono impegnati nelle attività dei laboratori teatrali sono diventate “spettacoli” a tutti gli effetti, messi in scena con grande cura, impegno e maestria presso strutture frequentate abitualmente dalle compagnie di professionisti.
Il 10 giugno scorso, a seguito di mesi e mesi di duro lavoro, è giunto il momento anche per il Liceo Scientifico “Francesco Severi” di Frosinone, che ha dato vita alla commedia "Sogno di una notte al Severi" presso il Teatro "Antares" di Ceccano, gentilmente messo a disposizione a titolo gratuito dall'amministrazione comunale.
I giovani attori del Laboratorio “Severi in action”, diretti dal bravissimo e talentuoso referente del progetto prof. Romolo Martufi, felicemente coadiuvato dalla prof.ssa Anna Lanzi, hanno presentato una rivisitazione dell'opera shakespeariana "Sogno di una notte di mezza estate", ambientandola nel cuore di Frosinone presso il Parco del fiume Cosa e lo stesso Liceo Scientifico, in un viaggio incantato tra emozioni, risate, intrighi. La collaborazione con Radio Severi, altra istituzione della scuola curata dal Prof. Gianluca Coluzzi, ha ulteriormente arricchito l’iniziativa, giunta al suo secondo anno e finalizzata ad incoraggiare e rafforzare la creatività e il talento artistico dei ragazzi nel campo della recitazione. Ma non solo: l’educazione teatrale – che in questo caso ha dato luogo anche a una vera e propria operazione di “riscrittura” di un classico - si configura infatti come strumento didattico ideale, perché consente l’interazione fra le dimensioni curricolare ed extracurricolare, favorendo l’acquisizione e l’esercizio da parte degli studenti di conoscenze, abilità e competenze. Questa forma d’arte, che rispetto ad altre vanta il privilegio di un diretto, quasi “simbiotico” coinvolgimento dei destinatari, rivela inoltre la sua efficacia anche come strumento pedagogico profondamente incisivo, in grado di orientare (positivamente) la crescita della persona a livello cognitivo e sul piano emotivo e relazionale.
Ed ecco i ruoli e i nomi degli straordinari protagonisti, letteralmente sommersi da applausi anche a scena aperta e ringraziati dal profondo del cuore dalla Dirigente Scolastica dott.ssa Antonia Carlini a nome di tutta la comunità del “Severi”:
PROLOGO 1 E PROLOGO 2: Arianna Marcoccia e Ludovica Frioni.
IPPOLITA E TESEO: Demetra Tata e Riccardo Magliocco
EGEO E MEDEA: Gianluca Dursi e Elisa Huqi
CASSANDRA E FILOSTRATA: Roberta Santucci e Aurora Frezza
DEMETRIO ED ELENA: Marco Bardeggia e Margherita Turato
LISANDRO ED ERMIA: Leonardo Arduini e Sofia Veglianti
GLI ASPIRANTI ATTORI
Matilde Mattarocci, Shahad Ibrahim, Alesia Ymeraj, Beatrice Federici, Radice Caterina, Igor Turriziani, Edoardo Mercurio, Luca Corsi.
NINFE: Miriam Giulia Benavides, Xhesika Troka, Gioia Staiano, Giulia Fionda
UMANA RAPITA: Valeria Ymeraj
SHAILA E ULFO: Nadia Zagarella e Alessandro Crociani
PICK E PUCK: Martina Fanfarillo e Alessandra Carnevale.
OBERON E TITANIA: Lorenzo Tullio e Francesca Paglia di Pofi
FOLLIA: Giorgia Avveniri
REGIA: prof. Romolo Martufi
AIUTO-REGIA: prof. ssa Anna Lanzi
ALLESTIMENTI: Giorgia Avveniri, Rachele Altobelli, Irene Pavoni.
Non soltanto da anni nella scuola si raccomanda la pratica teatrale negli istituti di ogni ordine e grado, ma si tende a promuovere, sostenere e valorizzare anche operazioni con caratteristiche e finalità simili a quella intrapresa dal Liceo “Severi”. La stretta relazione tra apprendimento e dimensione cooperativa e giocosa – e non a caso nella lingua francese “jouer” significa anche “recitare” – finisce infatti per incoraggiare in ogni studente la ricerca e la scoperta del sé e valorizzare esperienze in grado di generare comportamenti maturi e responsabili. Per la realtà e la vita, non solo per la suggestiva e "vera" finzione dell’immortale arte del palcoscenico.