NASCE LA REPUBBLICA ITALIANA 2 GIUGNO 1946


 Ore 7:00 del mattino del 2 giugno del 1946: si aprono i seggi per il referendum istituzionale e per le prime elezioni politiche nazionali dopo la caduta del fascismo.

Gli italiani avevano votato per eleggere i propri rappresentanti nel parlamento nazionale l’ultima volta nel 1924. Ma il risultato di quelle elezioni era stato condizionato dalla legge emanata dal governo Mussolini l’anno prima, che riconosceva 2/3 dei seggi alla lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa. Inoltre, la campagna elettorale si era svolta in un clima di violenza e di palese illegalità. Giacomo Matteotti, il deputato socialista che aveva denunciato le irregolarità, aveva pagato con la vita il suo coraggio. Da allora, la cappa di piombo della dittatura era calata sulle aule parlamentari e una sola volta la popolazione era stata chiamata alle urne per celebrare, con il passaggio puramente rituale del plebiscito del 1934, il consenso al regime.

L’esito di questa parabola sarebbe stata la rovinosa partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale al fianco della Germania nazista, con il suo epilogo di morte e di distruzione.

L’Italia che arriva all’appuntamento con il voto del 2 giugno è un Paese da ricostruire dal punto di vista fisico (le città sono cumuli di macerie), economico (il sistema industriale e le infrastrutture sono gravemente danneggiati), sociale (le spaccature prodotte da due anni di guerra civile e di occupazioni da parte di eserciti stranieri sono difficili da rimarginare).

La ricostruzione riguarda anche gli assetti politici e istituzionali.

L’Italia che verrà dovrà essere ancora una Monarchia, guidata da quella casa Savoia che così tante responsabilità aveva con il passato fascista, oppure sarà una Repubblica democratica con un capo dello Stato eletto dalle forze politiche espressione della volontà popolare? Monarchia o Repubblica? Sarà questo il primo responso che uscirà dalle urne delle elezioni del 2 giugno 1946.

Si tratta poi di riscrivere le regole dello “stare insieme” nel nuovo Stato. Questo compito sarà affidato ai 556 componenti l’Assemblea Costituente che saranno scelti dal popolo tra i candidati proposti dai partiti che hanno dato vita, dopo la caduta del fascismo e l’8 settembre 1943, al CLN – Comitato di liberazione nazionale (Democrazia cristiana, Partito socialista di unità proletaria, Partito comunista, Partito d’Azione, Partito liberale e Democrazia del lavoro) e a formazioni politiche di recente costituzione (Uomo qualunque) o a forte caratterizzazione locale (come il Partito sardo d’azione). Dal loro lavoro uscirà il testo della Costituzione che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.

Per la prima volta votano anche le donne: il suffragio è finalmente davvero universale.

http://memoria.lazio.it/i-fatti/nascita-repubblica/

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