La scuola che non va

Lettera aperta degli studenti del Liceo Scientifico Francesco Severi di Frosinone

Avete mai sospettato che a Frosinone e, in fin dei conti, nel resto d’Italia non si faccia mai abbastanza per promuovere la cultura e l’istruzione?

Avete voglia di parlare un’altra volta di questioni come la mancanza di fondi per la scuola pubblica e dell’insormontabile problema dell’edilizia scolastica?

Vogliamo riportarvi la nostra testimonianza diretta di studenti del liceo scientifico “Francesco Severi” di Frosinone, una scuola nella media, che in una certa misura condivide lo stesso problema di tante altre scuole della Provincia e del resto d’Italia: la mancanza di risorse per l’offerta formativa e, soprattutto, per la manutenzione degli edifici scolastici.

Il liceo in cui studiamo ha due sedi distaccate: la Succursale, situata all’ultimo piano della vecchia scuola “Umberto I” in Via Marittima 728, di proprietà del Comune, che ospita la maggior parte delle classi del Biennio, e la sede centrale, un ex condominio in Viale Europa 36, che ha alle spalle qualche anno di troppo in affitto e che attualmente è di proprietà della Provincia.

Quest’anno il liceo conta 850 iscritti e le strutture che ci ospitano necessitano di urgenti interventi di manutenzione. Il fatto più eclatante è quello dell’ascensore della sede centrale, che sta funzionando a settimane alterne; le piogge più forti hanno determinato in diverse situazioni il completo disservizio, non garantendo l’accesso al primo piano da parte di uno studente disabile, privato della sua autonomia e dei suoi diritti, costretto ad essere portato sulle scale – pericolosamente – in braccio dai compagni di classe, che ogni volta se ne assumono personalmente la responsabilità. Il tetto della palestra continua ad avere perdite ed infiltrazioni d’acqua: è stato riparato un paio di volte, ma se piove “con una certa angolazione” (citazione dei tecnici!!!) l’acqua passa lo stesso e ci ritroviamo a non poter più fare attività fisica per via delle pozzanghere sul pavimento. Ci sono state infiltrazioni d’acqua in altre stanze e perfino nello stanzino che ospita i server della segreteria, che hanno rischiato e rischiano tuttora di subire pesanti danneggiamenti. Alcune classi lamentano la presenza di vetri delle finestre rotti (un problema analogo è presente ormai da un paio di mesi anche nell’Aula Magna a seguito di un furto) e di maniglie delle porte da cambiare da settimane. A volte si rischia davvero di rimanere chiusi dentro! Alle sedie, alle cattedre e ai banchi rotti e non più sostituiti, si aggiungono i bagni fatiscenti: porte rotte e da anni private dei loro chiavistelli, assenza di sapone per lavarsi le mani e perfino di carta igienica. Lunedì 24 novembre la scuola è rimasta chiusa per la totale mancanza di acqua nei bagni; il malfunzionamento dell’impianto idraulico era stato segnalato già due giorni prima, ma l’arrivo in tarda mattina del tecnico ha costretto il Preside, su richiesta dei rappresentanti d’istituto,  a non far entrare i ragazzi per il pesante disservizio, perdendo così una giornata di lezioni.

I soldi per una completa ristrutturazione non ci sono e “le strutture sono quelle che sono… rimarranno queste”, probabilmente per altri decenni: così ci è stato detto in Provincia a seguito della manifestazione studentesca dello scorso 21 novembre. “Non ci sono progetti in cantiere per la creazione di nuovi edifici scolastici e i pochi soldi che ci sono bastano appena per effettuare soltanto piccoli interventi di manutenzione”. La Provincia deve assumersi competentemente le proprie responsabilità in materia di edilizia scolastica e noi non possiamo accettare la prospettiva di dover rimanere in questa situazione, lesiva dei nostri diritti allo studio e alla sicurezza.

Noi studenti, con l’aiuto dei docenti, ce la stiamo mettendo tutta per migliorare la qualità dello studio, portando avanti ogni sorta di progetto a basso costo o addirittura a costo zero. Con la struttura, però, abbiamo le mani legate; la burocrazia e la continua mancanza di fondi ci costringono a convivere all’interno di un edificio scolastico inadeguato, pieno di difetti.

Pertanto chiediamo al Presidente della Provincia, Antonio Pompeo, di mobilitare tutte le energie e le competenze a disposizione, tutte le risorse professionali che può coinvolgere per le scuole, i luoghi deputati alla nostra formazione ed istruzione, in cui trascorriamo gran parte delle nostre giornate.

Chiediamo alla Provincia la capacità di rispondere ad ogni bando, europeo, nazionale o regionale, con progetti di qualità che siano in grado di migliorare le condizioni dell’edilizia scolastica, attraverso un’efficace manutenzione della nostra e di tutte le altre scuole della provincia di Frosinone. Vorremmo essere ascoltati, una volta per tutte, con conseguenti azioni concrete e immediate.

Non possiamo più aspettare.

Frosinone, 7/12/2014

850 studenti

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