Una lezione speciale con il prof. D’Avenia


“Voi siete come degli inediti, delle opere d’arte” così Alessandro D’Avenia, prima insegnante e poi scrittore, ha definito i ragazzi che ha incontrato Mercoledì 3 Dicembre per il tour di presentazione del suo nuovo libro “Ciò che inferno non è”, tra cui gli studenti del Liceo Scientifico Francesco Severi.

“Avete mai visto un’opera d’arte fatta solo di luci? Non vedreste niente. Voi siete visibili proprio perché avete ombre, fragilità. Dalla cattedra si vede tutto, le vostre debolezze, i vostri punti di forza, ed io vi assicuro che non c’è niente di più bello del provare a pubblicare quell’inedito, quell’opera d’arte. Ciò che inferno non è… siete voi, la vostra unicità.”

Un incontro che ha lasciato il segno in molti studenti: il Palazzetto dello Sport è diventato una gigantesca aula, con una classe di 1500 alunni di diverse età, l’ilarità dell’autore e la serietà degli argomenti che ha trattato, sono stati la lezione del giorno.

L’adolescenza vista come passaggio fondamentale nella vita di ogni individuo, il periodo in cui si sviluppa la propria peculiarità; da ciò deriva l’importanza della scuola, l’importanza dell’insegnante, il Maestro. Quest’ultimo sarà l’unico in grado di far trovare l’eccezionalità ad ogni studente all’interno di sè. Il consiglio di D’Avenia è quello di cercare ognuno tra i suoi insegnanti il proprio Maestro, come lui lo ha trovato in Padre Pino Puglisi. “3P”, suo insegnante in un Liceo di Palermo negli anni ’90 e colonna portante del libro ‘Ciò che inferno non è’ ; titolo ispirato ad una frase de ‘Le città invisibili’ di Calvino: .

Fare spazio all’essere esclusivo, resistere ad una società che ci porta all’uniformarci per non sentirci fuori posto. Le parole risuonano in ogni timpano, i 1500 cuori presenti, sembrano battere all’unisono.

Lo scrittore ha poi concluso:

“Questa unicità non è fatta, come ci raccontano, per autoaffermarsi, ma per servire gli altri.

Borsellino disse alla moglie: “Pensa che Paese sarebbe il nostro se ciascuno realizzasse un sogno di bellezza e lo mettesse a disposizione degli altri” e adesso io vorrei stare con ciascuno di voi a tu per tu, per provocarvi, per chiedere a ciascuno: qual è il tuo sogno di bellezza da mettere a disposizione di questo Paese? Non ti nascondere dietro alibi, perchè tu sei chiamato a cambiare le cose.”

La veridicità delle parole di Alessandro D’Avenia, ha trovato conferma nelle lacrime di gioia di alcuni ragazzi e nei sorrisi di altri, con le loro copie fresche di autografo, una volta terminato l’incontro.

Valeria Monticelli

 4